#Indagini Giudiziarie
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Interrotto dai Carabinieri un giro di affari da oltre 30.000 euro generato dallo spaccio di droga nel tortonese. Castelnuovo Scrivia 
Castelnuovo Scrivia – Un impegno incessante quello dei Carabinieri nel contrasto alla diffusione delle droghe nel territorio tortonese.
Castelnuovo Scrivia – Un impegno incessante quello dei Carabinieri nel contrasto alla diffusione delle droghe nel territorio tortonese. Il monitoraggio quotidiano e il “recupero” di piccole quantità di stupefacente da parte delle Stazioni e del Radiomobile della Compagnia di Tortona hanno permesso all’Aliquota Operativa di strutturare un’attività di indagine con servizi di osservazione, controllo…
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curiositasmundi · 2 years ago
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[...] «Meloni ha sempre proclamato fedeltà a Pino Rauti, fondatore di Ordine Nuovo, dalle cui fila sono usciti gli stragisti degli Anni 70. Ha partecipato a una manifestazione con Ciavardini e criticato la sentenza di condanna sulla strage di Bologna. Il deputato Mollicone ha ricordato in Parlamento il depistatore generale Maletti, definendolo “uomo di Stato”. Ciavardini è uscito dal carcere grazie a Claudio Barbaro, attuale sottosegretario, e a sua volta ha fatto uscire dal carcere Cavallini». Ha senso sollevare una questione fascista sulla commissione antimafia? «Dopo il fascismo c’è il neofascismo: implicato nella stagione delle stragi con ampie coperture istituzionali, ora è penetrato nello Stato, presidia la tolda di comando. È una lunga marcia. Prima per sovvertire la Costituzione, oggi per svuotarla». In che modo, visto che parliamo di una commissione di inchiesta? «L’elezione della Colosimo interviene in un momento particolare. La Corte di Bologna ha appena condannato Bellini, neofascista di Avanguardia Nazionale, che nel 1992 era in contatto con gli esecutori della strage di Capaci e suggerì la strategia di colpire i beni artistici, come fatto nel 1974 da Massimiliano Fachini, leader di Ordine Nuovo a cui apparteneva Pietro Rampulla, artificiere di Capaci. La sentenza di Bologna rivede il delitto Mattarella recuperando la matrice di destra eversiva, come sosteneva Falcone. Stefano Delle Chiaie era a Palermo nel periodo delle stragi. Su questi temi dovrebbe misurarsi la commissione antimafia. Come potrà farlo con questa presidente?». La Colosimo è nata nel 1986. È anagraficamente distante. «Ma è imbevuta di questa solidarietà ideologica. E viene eletta non per un capriccio personale o debito di amicizia della premier, ma con una precisa missione». Quale? «Costruire una contronarrazione revisionista e negazionista: le stragi sono opera solo di Riina, niente c’entrano massoneria, servizi segreti, neofascisti. Al massimo qualche imprenditore del Nord dagli affari sporchi». Ci saranno conseguenze sulle indagini giudiziarie? «Devastanti. Immaginiamo come questa notizia sarà letta da personaggi come Graviano, al 41 bis, o Bellini, che attende il processo di appello per la strage di Bologna». Come? «Questa è gente che conosce i codici del potere meglio di me e lei. Il messaggio è chiaro: sul patto di fedeltà al fondatore di Ordine Nuovo si fonda il controllo di un’istituzione delicatissima. Crede che questo possa incoraggiare collaborazioni?». Meloni e Colosimo hanno un’amicizia antica. «Per una statista, di fronte a una questione istituzionale l’amicizia recede. A meno che non sia lo schermo di una visione strategica, la rilegittimazione del neofascismo. Questa elezione ne è una tappa fondamentale. C’è un filo nero che si dipana». Avevate provato a evitare questo esito? «Avevamo detto: indicate un altro nome, lo votiamo anche noi. Invece la Meloni ha insistito, pur sapendo che noi saremmo usciti dall’aula, una cosa mai successa. Una linea Maginot di decenza». [...]
Da: Scarpinato- “Un filo nero da Rauti a Meloni i neofascisti dietro le stragi”
La Stampa
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scienza-magia · 1 year ago
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L'intelligenza artificiale nei Tribunali Italiani
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L’intelligenza artificiale non può decidere al posto di giudici e avvocati. La ricerca di dati e la redazione di testi potranno essere sostituite, ma nel breve periodo molte funzioni decisionali resteranno nell'ambito umano. Sentenze di pura fantasia allegate agli atti, applicazioni di intelligenza artificiale che decidono al posto del giudice, indagini tributarie condotte da sistemi di IA: non è fantascienza, ma invece tutto questo è già attualità. ChatGPT, che è solo una delle applicazioni di intelligenza artificiale, ma al momento la più famosa, almeno per il grande pubblico, è recentemente divenuta protagonista anche nell’ambito giudiziario. Ha, infatti, creato sentenze inesistenti a sostegno dell’atto che ha scritto per gli avvocati che avevano utilizzato il sistema di intelligenza artificiale, condannati per questo al pagamento di una sanzione di 5.000 dollari, nonché a inviare una lettera ai giudici ai quali avevano falsamente attribuito le decisioni per informarli di quanto accaduto. Ha diffamato più di una persona, inventando prove documentali ad hoc, tanto che Open AI, la società che la produce, è stata citata in giudizio. E anche per queste ragioni, l’utilizzo di ChatGPT è stato vietato in alcuni grandi studi legali. Ora si discute anche dell’uso dell’intelligenza artificiale, che ovviamente non coincide con l’uso di ChatGPT, per decidere le sorti di un processo. Se ne è parlato, in particolare, con riguardo ad un’iniziativa dell’Estonia di gestione dei procedimenti giudiziari con l’ausilio dell’intelligenza artificiale, per cause civili di valore fino a 7.000 euro, e comunque con la possibilità di un intervento umano. In questi giorni l’Ordine degli Avvocati della Florida ha pubblicato una Advisory Opinion sull’uso dell’IA da parte degli avvocati, che prevede, fra l’altro la richiesta di consenso al cliente per l’utilizzo dell’IA e la possibilità di riduzione dell’onorario quando questi sistemi vengono utilizzati. Alcuni Tribunali statunitensi hanno previsto l’obbligo di disclosure nel caso in cui gli avvocati si avvalgano dell’IA, anche a tutela delle informazioni riservate e proprietarie di cui si tratti nella controversia. Recentemente, nel nostro Paese, la legge delega n. 111/2023 ne prevede espressamente l’utilizzo al fine di prevenire, contrastare e ridurre l’evasione e l’elusione fiscale. L’intelligenza artificiale sostituirà il giudice e l’avvocato?
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Per rispondere bisogna prima esaminare in che cosa consiste il lavoro che si svolge in uno studio legale e in un tribunale. Si possono individuare almeno quattro tipologie di attività: ricerca, interpretazione, redazione degli atti, decisione. C’è infatti una parte del lavoro che consiste nella ricerca della normativa rilevante e dei precedenti giudiziari. Dunque, una parte del lavoro del giurista consiste nell’attività di ricerca delle norme e delle decisioni rilevanti e questa può essere certamente affidata a sistemi automatizzati. E quindi bisogna ribadire che non tutti i sistemi digitali sono intelligenza artificiale. Infatti, la ricerca giuridica su banche dati si svolge ormai da tempo. Ma la differenza è che i sistemi di intelligenza artificiale possono andare oltre e non limitarsi a una ricerca sui termini introdotti anche con l’aiuto di operatori booleani. Possono, per esempio, dal contesto desumere altri termini rilevanti, anche se non direttamente utilizzati, ed effettuare una ricerca su quelli. Possono, ancora, classificare le decisioni rintracciate in favorevoli e contrarie, ai fini della disputa in corso. Dunque in questa attività “clerical”, c’è ampio spazio per i sistemi di intelligenza artificiale, che si potranno aggiungere a quelli digitali. Tuttavia, talora l’attività di ricerca del giurista si estende anche oltre il confine che può essere stato predefinito. C’è spesso un salto creativo, un’associazione non prevista, in cui si esprime la creatività del giurista. I revirement giurisprudenziali sono frutto di una nuova interpretazione delle norme che rispecchia l’evoluzione della società: dall’interpretazione evolutiva intervenuta dall’entrata in vigore del codice civile ad oggi delle norme sulla responsabilità civile, che è tutta da attribuire alla giurisprudenza, alle disposizioni che riguardano l’etica che riflettono necessariamente i cambiamenti del costume: dal concetto di pudore all’idea di famiglia, solo per fare alcuni esempi. L’interpretazione evolutiva, essenza del lavoro del giurista, oggi non appartiene ai sistemi di IA. Essi imparano dal passato che tendono a riprodurre, come è accaduto nei casi che negli Stati Uniti hanno penalizzato l’accesso alla libertà condizionata per le persone di colore, riproducendo dei bias. Dunque, nell’attività di interpretazione innovativa, al momento non c’è spazio per i sistemi di intelligenza artificiale. Ancora, i sistemi di intelligenza artificiale che hanno ad oggetto il linguaggio, sono certamente in grado di scrivere atti: siano essi dell’avvocato o del giudice. Dunque, ricorsi, per esempio, o memorie, come pure sentenze. C’è poi una vasta attività che consiste nella redazione di verbali di riunione e traduzioni, che pure può essere senz’altro svolta dai sistemi IA, con delle funzionalità in più rispetto a quelli digitali finora utilizzati. Tuttavia, in questa fase di rodaggio dei sistemi, l’intervento umano di supervisione e controllo è necessario, per non incorrere in quei problemi cui si accennava all’inizio dell’articolo, e magari essere citati in giudizio per i danni cagionati dall’IA. Lo hanno espressamente affermato anche alcune Corti statunitensi, che ritengono comunque l’avvocato responsabile. Dunque certamente c’è spazio per l’utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale nella ricerca e nella redazione di atti, con i limiti che si sono indicati. Ma la vera domanda è: può il sistema di IA decidere al posto dell’avvocato o del giudice? L’avvocato, infatti, decide sulla strategia da utilizzare e spesso riveste anche un ruolo importante di consulente del cliente. Il sistema di IA può raccogliere i pro e i contro di una certa strategia, accompagnandoli dall’indicazione delle percentuali di successo, e poi sottoporli all’avvocato che considererà anche altri elementi di contesto. Il sistema di IA può anche prospettare la decisione giudiziaria, al posto o in assistenza al giudice, secondo i pattern che ha individuato. Le sentenze devono essere motivate e le decisioni devono essere spiegabili e, di conseguenza, impugnabili. Dunque l’explanaibility è un requisito essenziale e oggi non è di tutti i sistemi di IA. Nel caso specifico della decisione giudiziaria, come si legge nei considerando della proposta di AI ACT, «l’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale può fornire sostegno, ma non dovrebbe sostituire il potere decisionale dei giudici o l’indipendenza del potere giudiziario, in quanto il processo decisionale finale deve rimanere un’attività e una decisione a guida umana». L’intelligenza artificiale sostituirà dunque il giudice e l’avvocato? Al momento si può concludere così: alcune funzioni, quali ricerca e redazione, potranno essere sostituite. Ma quanto meno nel breve periodo gran parte delle funzioni decisionali e l’attività più creativa rimarranno nell’ambito umano. Read the full article
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salvo-love · 2 years ago
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Il #Conte #Giuseppe detto anche il #Marchese del #Grillo e i suoi #disastri annunciati e perpetrati insieme all'ex art. 31 ora #PD e domani chissà #Roberto #Speranza {( i due change flags, ossia cambio bandiera, ossia camaleonti poltronari, ovvero io vado dove tira il vento, infine dico e faccio tutto e il contrario di tutto )} invocano a gran voce le dimissioni di Ministri e Sottosegretari dell'attuale governo di centrodestra, indagati ingiustamente e senza alcuna prova e per fatti inesistenti ed inventati e poi tremano e blaterano gridando allo scandalo, se viene aperta una commissione parlamentare di inchiesta sul loro operato nel governo giallo rosso o meglio giallo fucsia, spesso oscuro, molto poco legale e per niente giustificabile o perlomeno con molte cose, lacune e decisioni che meritano di gran lunga l'attenzione approfondita e l'indagine accurata della magistratura. 🤔🤔⁉️❓Due personaggi o personalità di alto profilo istituzionale e di alta e sperimentata coerenza e garanzia di giustizia 🤔🤔❓⁉️❗❓☹️🤬👎👎👎🤬☹️ Come la #EllySchlein e il suo #PD predicano bene e razzolano male, molto male e soprattutto a senso unico quando come sempre attuano due pesi e due misure ❗❗👎👎👎❗ Praticamente i cosiddetti e sedicenti politically correct che nella realtà sono sempre i politicamente scorretti, ssscorretti ❗❗👎👎👎 Meditiamo tutti sulla pochezza e bassezza politica di questi personaggi 😭☹️☹️🤬🤬👎👎👎❗❗❓❗❗❓❗
Mentre Magistratura Democratica ( corrente di magistrati filo e pro PD e sinistre varie ), invece di occuparsi dei compiti istituzionali dei magistrati e di diminuire il più possibile l'arretrato sempre più crescente di cause e contenziosi giudiziari penali e civili, ricomincia a pieno ritmo e incostituzionalmente a FARE POLITICA per screditare, delegittimare e danneggiare politicamente il governo di centrodestra, con l'apertura di fascicoli di indagini su presunte, inventate ad hoc ed inesistenti irregolarità ed anomalie nei confronti della ministra del Turismo Santanchè e del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove, dicevamo mentre la Magistratura DEM, che guarda caso 🤔 NON🤔 vuole la riforma della Giustizia del ministro Nordio, per risollevare le sorti del PD e sinistre varie battute e sconfitte ad ogni elezione politica ed amministrativa, scende in campo politicamente a loro fianco e fa politica invece di occuparsi di ciò che le compete costituzionalmente; SI APRE uno scossone giudiziario e bioetico a Milano, dove la procura ha deciso di aprire un fascicolo su «Wish for a baby». La «fiera dell'utero in affitto», iniziativa che si è svolta nel capoluogo lombardo dal 20 al 21 maggio scorso, diviene così oggetto di attenzione per gli inquirenti. Un intervento era atteso da tempo. La mossa decisiva l'avrebbe fatta Guido Bertolaso, oggi assessore al Welfare in Lombardia, attraverso un esposto. Ma sono state tante le iniziative volte a fare chiarezza sulla manifestazione, tra cui un'interrogazione parlamentare firmata dal senatore di Fi Maurizio Gasparri. La notizia dell'apertura del fascicolo è stata accolta con favore dalle forze di centrodestra (e non solo). Le stesse che avevano protestato per l'organizzazione stessa della kermesse. «Sia che abbiate appena iniziato il vostro viaggio verso il diventare genitore, sia che sentiate di avere utilizzato ogni possibilità. >>
Inoltre giudicate e commentate i due seguenti campioni di: change flags, ossia cambio bandiera, camaleonti politici, poltronari e contraddittori di se stessi (dico tutto e il contrario di tutto ) #GiuseppeConte e #RobertoSperanza = #incoerenza senza #vergogna perché chiedono le dimissioni di altri ⬆️⬆️ senza guardarsi allo specchio !!🤔🤔☹️🤬😭☹️🤬👎👎👇🤔⁉️ 7 luglio 2023
Con il via libera di ieri alla Camera la commissione d’inchiesta sul Covid è realtà. Per Giuseppe Conte è un «plotone d’esecuzione» per colpire lui e Roberto Speranza. L’ex ministro della Salute, recentemente ritornato nell’ovile del Pd, parla di uno strumento «diabolico» contro gli avversari politici. Poi l’ordine di scuderia ai deputati di Pd e M5S: non votate, tutti fuori dall’Aula. Non è la prima volta che accade, la strategia «aventiniana» è ormai una prassi: quando non gradiscono se ne vanno. I due principali partiti d’opposizione non accettano un’inchiesta che intende valutare il loro operato quando si trovavano al governo. Allo stesso tempo, però, chiedono ad una ministra (Daniela Santanchè) di dimettersi perché è indagata, alla faccia della presunzione d’innocenza. Insomma, come al solito, due pesi e due misure. La ciliegina sulla torta della giornata di ieri è il presunto gesto intimidatorio di Toni Ricciardi (Pd) a Giovanni Donzelli (FdI). È quest’ultimo a denunciarlo: «Mi ha fatto il segno "ti aspetto fuori", come fossimo in un’osteria, va sanzionato». Fabio Rampelli, che presiede l’Aula, invita Ricciardi a scusarsi, e non ricevendo risposta, assicura: «Andremo a verificare i filmati».
https://www.ilgiornale.it/news/politica/procura-adesso-indaga-su-wish-baby-e-centrodes
https://www.iltempo.it/politica/2023/07/07/news/giuseppe-conte-roberto-speranza-covid-commissione-inchiesta-vendetta-36310515/
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montagne-paesi-news · 1 day ago
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corrietimes · 4 years ago
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Zingaretti: si è dimesso o è stato accompagnato alla porta?
Prima di uscire ha accusato il suo partito di fare schifo e pensare solo alle poltrone.
O si è dimesso perché anche lui, noto poltronaro, pretende un'altra comoda poltrona (al governo o al comune di Roma)…. oppure perché qualcosa puzza nell'aria ed è stato messo alla porta dai suoi stessi fedelissimi di partito.
Ad esempio…. quei 700.000 euro mai riscossi dalla Link Campus University e i 16 milioni di euro mai investiti come da contratto? Presento oggi un'interrogazione proprio per capire il ruolo di Nicola Zingaretti in questa torbida vicenda….
Risultano circa 700.000 euro di affitti non pagati, oltre al mancato impegno da parte dell’Università Link Campus di effettuare una ristrutturazione dell’intero complesso immobiliare per 16,5 milioni di euro.
In merito a questi affitti non pagati, ed al danno erariale per le casse regionali, il Presidente Nicola Zingaretti fino ad oggi non risulta abbia effettuato alcuna vera attività per recuperare quanto dovuto e sembra ancor oggi non aver interesse ad intervenire per sanare la grave situazione di esposizione contabile e finanziaria, ricorrendo a vie legali e giudiziarie contro la Link Campus University per il recupero delle somme dovute.
Sono del 2020 le due principali inchieste che vedono la Link Campus University nel mirino di varie procure: quella di Firenze, che a maggio chiude le indagini sui presunti “esami facili” effettuati proprio presso la Link Campus con 71 indagati a vario titolo per associazione a delinquere e falso, tra cui proprio l’ex ministro Vincenzo Scotti, il direttore generale Pasquale Russo, il rettore Claudio Roveda, vertici amministrativi dell’ente, docenti, ricercatori, studenti: fra questi decine di poliziotti e anche il segretario nazionale del Siulp Felice Romano. E quella di Roma: che a metà luglio ha mandato il nucleo di polizia economico finanziaria per ricercare file, documenti, agende e rendicontazioni ipotizzando consulenze fasulle e il reato di indebita compensazione, grazie a progetti di ricerca e sviluppo finti ma che garantiscono un credito di imposta del 50 per cento del loro valore a chi li commissiona. Il sistema sarebbe emerso proprio dagli atti dell’inchiesta toscana e da alcuni accertamenti dell’Agenzia delle Entrate e l’inchiesta per ora ipotizza una truffa da 15 milioni di euro di credito di imposta (il valore dei progetti è di decine di milioni) e conta 14 indagati tra imprenditori e pezzi grossi dell’ateneo. Dal rettore Claudio Roveda, al presidente della società di gestione Gem Vanna Fadini, passando per il membro del Consiglio d’amministrazione e presidente della scuola d’ateneo per le attività Undergraduate e Graduate Carlo Maria Medaglia e per il direttore generale Pasquale Russo.
Rosalyn Young
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dorrienow · 4 years ago
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Zingaretti: si è dimesso o è stato accompagnato alla porta?
Prima di uscire ha accusato il suo partito di fare schifo e pensare solo alle poltrone.
O si è dimesso perché anche lui, noto poltronaro, pretende un'altra comoda poltrona (al governo o al comune di Roma)…. oppure perché qualcosa puzza nell'aria ed è stato messo alla porta dai suoi stessi fedelissimi di partito.
Ad esempio…. quei 700.000 euro mai riscossi dalla Link Campus University e i 16 milioni di euro mai investiti come da contratto? Presento oggi un'interrogazione proprio per capire il ruolo di Nicola Zingaretti in questa torbida vicenda….
Risultano circa 700.000 euro di affitti non pagati, oltre al mancato impegno da parte dell’Università Link Campus di effettuare una ristrutturazione dell’intero complesso immobiliare per 16,5 milioni di euro.
In merito a questi affitti non pagati, ed al danno erariale per le casse regionali, il Presidente Nicola Zingaretti fino ad oggi non risulta abbia effettuato alcuna vera attività per recuperare quanto dovuto e sembra ancor oggi non aver interesse ad intervenire per sanare la grave situazione di esposizione contabile e finanziaria, ricorrendo a vie legali e giudiziarie contro la Link Campus University per il recupero delle somme dovute.
Sono del 2020 le due principali inchieste che vedono la Link Campus University nel mirino di varie procure: quella di Firenze, che a maggio chiude le indagini sui presunti “esami facili” effettuati proprio presso la Link Campus con 71 indagati a vario titolo per associazione a delinquere e falso, tra cui proprio l’ex ministro Vincenzo Scotti, il direttore generale Pasquale Russo, il rettore Claudio Roveda, vertici amministrativi dell’ente, docenti, ricercatori, studenti: fra questi decine di poliziotti e anche il segretario nazionale del Siulp Felice Romano. E quella di Roma: che a metà luglio ha mandato il nucleo di polizia economico finanziaria per ricercare file, documenti, agende e rendicontazioni ipotizzando consulenze fasulle e il reato di indebita compensazione, grazie a progetti di ricerca e sviluppo finti ma che garantiscono un credito di imposta del 50 per cento del loro valore a chi li commissiona. Il sistema sarebbe emerso proprio dagli atti dell’inchiesta toscana e da alcuni accertamenti dell’Agenzia delle Entrate e l’inchiesta per ora ipotizza una truffa da 15 milioni di euro di credito di imposta (il valore dei progetti è di decine di milioni) e conta 14 indagati tra imprenditori e pezzi grossi dell’ateneo. Dal rettore Claudio Roveda, al presidente della società di gestione Gem Vanna Fadini, passando per il membro del Consiglio d’amministrazione e presidente della scuola d’ateneo per le attività Undergraduate e Graduate Carlo Maria Medaglia e per il direttore generale Pasquale Russo.
Purcell Medina
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notiziariofinanziario · 1 month ago
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Un altro straniero arrestato in Italia è stato scarcerato. Si tratta del comandante della polizia giudiziaria libica Najeem Osema Almasri Habish, sul quale pendeva un mandato della Corte penale internazionale per «crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi nella prigione di Mitiga, puniti con la pena massimo dell’ergastolo». L’arresto non è stato convalidato per un errore procedurale e l’uomo già nella serata di martedì 21 gennaio è stato rimpatriato su un aereo diretto nella capitale libica. Si è concluso con un colpo di scena, dunque, un giallo che per tre giorni ha tenuto col fiato sospeso apparati giudiziari, di polizia e dell’intelligence. Perchè Almasri non è un cittadino qualsiasi, come non lo era l’uomo dei droni Abedini, fortemente reclamato da Teheran. Ed anche in questo caso da Tripoli erano partite proteste per l’arresto - definito “arbitrario” - del comandante, membro di lunga data dell’Apparato di deterrenza per il contrasto al terrorismo e al crimine organizzato. Milizia che, rileva Amnesty, ha commesso «terribili violazioni con totale impunità nella prigione di Mitiga». Intanto si muove la Cpi. La Corte penale internazionale (Cpi) sta cercando, e deve ancora ottenere, chiarimenti da parte delle autorità italiane a proposito del rilascio del comandante della polizia giudiziaria libica Almasri. Lo ha scritto oggi la Corte sul suo sito. La Corte ricorda nello stesso comunicato il dovere di tutti gli Stati membri di cooperare pienamente con la Corte nelle sue indagini e nei procedimenti giudiziari dei crimini. La Cpi il 18 gennaio ha emesso un mandato di arresto a carico del libico. L’indomani l’uomo era stato arrestato dalle autorità italiane prima di essere rilasciato il 21 gennaio. Intanto monta lo scontro politico. «La premier Meloni deve venire urgentemente» in Aula alla Camera «a riferire» sulla vicenda che ha coinvolto Njeem Osama Elmasry, noto come Almasri. Lo hanno chiesto tutte le opposizioni (AVS, Pd, Più Europa, Italia viva, M5S e Azione) prima delle comunicazioni alla Camera del ministro della Difesa, Guido Crosetto, sull’invio delle armi all’Ucraina. Vertice Schlein-Bonelli-Fratoianni: sul tavolo Almasri e Consulta Si è svolta una riunione improvvisata a tre, tra la segretaria del Pd Elly Schlein e i due leader di Avs, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni in Transatlantico. A margine dei lavori odierni sull’Ucraina, i tre si sono appartati su un divanetto per parlarsi. Tra gli argomenti affrontati, a quanto si è appreso, il caso del comandante libico e lo stallo sui giudici costituzionali, alla vigilia della nuova riunione del Parlamento in seduta comune. «Giorgia Meloni - ha attaccato la segretaria del Pd Elly Schlein - voleva inseguire i trafficanti di esseri umani in tutto il globo terracqueo, ne era stato arrestato uno libico in Italia e invece di dare seguito alle richieste della Corte penale internazionale che lo accusa di crimini di guerra e contro la dignità umana, lo hanno rimandato impunito in Libia. Il governo chiarisca immediatamente perchè Elmasry è stato scarcerato e lasciato andare». M5s, dal governo schiaffo per proteggere torturatore libico «Nordio venga in Parlamento a spiegare perché il torturatore libico Njeem Osama Elmasry Habish è stato rimesso in libertà invece di essere consegnato alla Corte penale internazionale, che riceve così l’ennesimo schiaffo dal governo Meloni dopo quello sull’immunità di Netanyahu. C’è il forte sospetto che vi sia stata la volontà politica di proteggere questo potente funzionario libico ’amico’ del governo Meloni sottraendolo alla giustizia internazionale per non far saltare gli accordi con Tripoli sulla gestione dei migranti. E’ solo una coincidenza che dopo il fermo dell’aguzzino libico, dai porti della Tripolitania sia partita un’andata di barconi con centinaia di migranti alla volta di Lampedusa? Perché questo silenzio imbarazzato da parte del governo? Forse perché questa vicenda avrebbe fatto luce sul sistema criminale libico a cui Meloni ha affidato, con i soldi degli italiani, la gestione dei migranti?». È quanto si legge in una nota dei parlamentari del Movimento 5 Stelle delle Commissioni Esteri e Giustizia di Camera e Senato. Appendino: gravissimo volo di Stato per liberare un criminale «Chiediamo - ha affermato la vicepresidente del Movimento 5 Stelle Chiara Appendino intervenendo alla Camera - che la presidente Meloni e il ministro Nordio vengano in Parlamento a spiegare agli italiani perché sia stato liberato un torturatore. Il fatto non è grave ma gravissimo: ci devono spiegare perché un uomo con un mandato di arresto della Corte penale internazionale per crimini contro l’umanità sia stato rimandato a casa con tutti gli onori, addirittura con un volo di Stato. Io non riesco a credere che sia un errore, io non riesco a credere che il Ministro Nordio e tutto l’apparato non sapessero. Allora le possibilità sono due: o è stato un errore, ed è grave che un governo tratti con superficialità una questione di questo tipo, o c’è dietro la volontà di dare protezione e impunità a un criminale per convenienza politica. Ed è lo stesso atteggiamento con cui questo governo non ha mai avuto il coraggio di dire le cose come stanno su Netanyahu. L’Italia merita un governo che non sia complice dei criminali, ma che sta dalla parte del popolo». Avs chiede immediate dimissioni Nordio Il pressing sul governo arriva anche da Alleanza Verdi e Sinistra. «È finita con un aereo dei Servizi italiani che riporta a casa il torturatore accolto a Tripoli da una gran festa. Basta questo per chiedere le dimissioni di Nordio e un’informativa urgente per capire se siamo usciti dalla Corte Penale Internazionale. Ieri abbiamo depositato un’interrogazione per chiedere le circostanze dell’arresto a Torino di Njeem Osama Elmasry. Chiedevamo come mai un uomo con mandato d’arresto si aggirasse liberamente per il nostro Paese. Ma non abbiamo fatto in tempo neanche a fare i complimenti al lavoro della Digos di Torino!». Così in Aula il vicepresidente di Avs Marco Grimaldi chiedendo le dimissioni del ministro della Giustizia Carlo Nordio. Gli ha fatto eco Angelo Bonelli co-portavoce di Europa Verde e parlamentare di Avs osservando come «il rilascio del generale libico Almasri, accusato di gravissimi crimini contro l’umanità dalla Corte Penale Internazionale e dalle testimonianze strazianti di migranti torturati nei campi di detenzione, è una vergogna nazionale che getta un’ombra inquietante sul nostro Paese. Meloni deve venire subito a riferire in Aula, spiegando il ruolo di Palazzo Chigi in questa vergognosa operazione, e deve assumersi la piena responsabilità politica di quanto accaduto. Al tempo stesso - ha rilanciato Bonelli -, il Ministro Nordio non può sottrarsi alle sue responsabilità: il suo dicastero ha commesso un’omissione gravissima, consentendo la scarcerazione e il trasferimento di un criminale. Nordio deve rassegnare immediatamente le dimissioni». La decisione della Corte d’appello di Roma È stata la Corte d’appello di Roma, competente in questi casi, a disporre la liberazione del comandante, che era detenuto al carcere delle Vallette, dopo essere stato arrestato dalla digos a Torino, dove era arrivato sabato per assistere alla partita di calcio Juventus-Milan. Non è consentito, si legge nell’ordinanza, l’arresto di iniziativa della polizia giudiziaria senza l’interlocuzione preventiva tra il ministro della Giustizia e la Corte d’appello della Capitale. Nordio è stato interessato lunedì, dopo aver ricevuto gli atti dalla questura di Torino e non ha fatto pervenire alcuna richiesta in merito. La Corte d’appello ha quindi dichiarato «l’irritualità dell’arresto» ed ordinato «l’immediata scarcerazione». Ha supervisionato le prigioni, tra cui quelle di Mitiga, Jdeida, Ruwaimi e Ain Zara Quello del libico finito nel mirino della Cpi è un curriculum pesante. Secondo Amnesty, nel 2021 Osama Njeem è stato nominato direttore dell’Istituto di riforma e riabilitazione della polizia giudiziaria di Tripoli. In questa posizione, ha supervisionato le prigioni, tra cui quelle di Mitiga, Jdeida, Ruwaimi e Ain Zara, formalmente sotto il controllo della polizia giudiziaria. Dal 2016, ha diretto il reparto della polizia giudiziaria della prigione di Mitiga. Nell’agosto 2023, l’Apparato di deterrenza «ha partecipato a scontri tra le milizie a Tripoli, utilizzando armi esplosive con effetti su larga scala. Questi scontri hanno causato almeno 45 morti e oltre 164 feriti, tra cui vittime civili». Critica l’opposizione, che aveva invitato a rispettare l’indicazione della Corte penale internazionale. Per Nicola Fratoianni di Av, «la giustizia deve fare il suo corso nei confronti di un trafficante di esseri umani». Sulla stessa linea Arturo Scotto del Pd. «Parliamo di uno dei capi della mafia libica. L’Italia aderisce alla Cpi e dunque deve essere conseguente con i trattati internazionali». Libico arrestato in Italia sabato scorso era in Germania Sabato scorso il comandante libico si trovava in Germania dove si è presentato ad un autonoleggio per chiedere se poteva riconsegnare a Fiumicino l’auto che avrebbe preso a noleggio. È quanto si è appreso da fonti informate. Lo stesso giorno la Corte penale internazionale ha spiccato il mandato d’arresto nei suoi confronti. In quelle ore un funzionario della Corte dell’Aja ha preso contatto con un funzionario di sicurezza dell’ambasciata italiana in Olanda per comunicargli che Almasri sarebbe entrato in Italia, dove è stato poi arrestato la sera del 19. Richiesta arresto Almasri il 2 ottobre, sabato l’ok Cpi Il mandato d’arresto per Njeem Osama Almasri Habish - sempre secondo quanto si è appreso - è stato chiesto dal procuratore della Corte penale internazionale lo scorso 2 ottobre. La decisione di procedere con il “warrant of arrest”, è stata presa, a maggioranza, sabato scorso dalla Camera dell’organismo avendo deciso che ci sono «ragionevoli motivi» per ritenere che Njeem abbia commesso crimini che ricadono nella giurisdizione della Corte e che il suo arresto «appare necessario». Read the full article
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urgente-news · 4 years ago
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Zingaretti: si è dimesso o è stato accompagnato alla porta?
Prima di uscire ha accusato il suo partito di fare schifo e pensare solo alle poltrone.
O si è dimesso perché anche lui, noto poltronaro, pretende un'altra comoda poltrona (al governo o al comune di Roma)…. oppure perché qualcosa puzza nell'aria ed è stato messo alla porta dai suoi stessi fedelissimi di partito.
Ad esempio…. quei 700.000 euro mai riscossi dalla Link Campus University e i 16 milioni di euro mai investiti come da contratto? Presento oggi un'interrogazione proprio per capire il ruolo di Nicola Zingaretti in questa torbida vicenda….
Risultano circa 700.000 euro di affitti non pagati, oltre al mancato impegno da parte dell’Università Link Campus di effettuare una ristrutturazione dell’intero complesso immobiliare per 16,5 milioni di euro.
In merito a questi affitti non pagati, ed al danno erariale per le casse regionali, il Presidente Nicola Zingaretti fino ad oggi non risulta abbia effettuato alcuna vera attività per recuperare quanto dovuto e sembra ancor oggi non aver interesse ad intervenire per sanare la grave situazione di esposizione contabile e finanziaria, ricorrendo a vie legali e giudiziarie contro la Link Campus University per il recupero delle somme dovute.
Sono del 2020 le due principali inchieste che vedono la Link Campus University nel mirino di varie procure: quella di Firenze, che a maggio chiude le indagini sui presunti “esami facili” effettuati proprio presso la Link Campus con 71 indagati a vario titolo per associazione a delinquere e falso, tra cui proprio l’ex ministro Vincenzo Scotti, il direttore generale Pasquale Russo, il rettore Claudio Roveda, vertici amministrativi dell’ente, docenti, ricercatori, studenti: fra questi decine di poliziotti e anche il segretario nazionale del Siulp Felice Romano. E quella di Roma: che a metà luglio ha mandato il nucleo di polizia economico finanziaria per ricercare file, documenti, agende e rendicontazioni ipotizzando consulenze fasulle e il reato di indebita compensazione, grazie a progetti di ricerca e sviluppo finti ma che garantiscono un credito di imposta del 50 per cento del loro valore a chi li commissiona. Il sistema sarebbe emerso proprio dagli atti dell’inchiesta toscana e da alcuni accertamenti dell’Agenzia delle Entrate e l’inchiesta per ora ipotizza una truffa da 15 milioni di euro di credito di imposta (il valore dei progetti è di decine di milioni) e conta 14 indagati tra imprenditori e pezzi grossi dell’ateneo. Dal rettore Claudio Roveda, al presidente della società di gestione Gem Vanna Fadini, passando per il membro del Consiglio d’amministrazione e presidente della scuola d’ateneo per le attività Undergraduate e Graduate Carlo Maria Medaglia e per il direttore generale Pasquale Russo.
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adrianomaini · 2 months ago
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A oggi, le inchieste giudiziarie sulle stragi di piazza Fontana e di piazza della Loggia non hanno portato all’incriminazione dell’Aginter Presse, non
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collasgarba · 2 months ago
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A oggi, le inchieste giudiziarie sulle stragi di piazza Fontana e di piazza della Loggia non hanno portato all’incriminazione dell’Aginter Presse, non
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Sardegna, falsi messaggi per screditare i procuratori del caso Solinas
La Procura di Roma indaga su una campagna diffamatoria contro i magistrati Vacca e Pilia.
La Procura di Roma indaga su una campagna diffamatoria contro i magistrati Vacca e Pilia, false chat per screditarli.’. Un attacco contro la giustizia in Sardegna.La Procura di Roma ha avviato un’indagine per far luce su un caso di diffamazione contro i procuratori Andrea Vacca e Guido Pilia, due figure chiave nelle inchieste riguardanti la mala politica in Sardegna, inclusi i procedimenti…
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sapergo · 2 months ago
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A oggi, le inchieste giudiziarie sulle stragi di piazza Fontana e di piazza della Loggia non hanno portato all’incriminazione dell’Aginter Presse, non
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bigarella · 2 months ago
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A oggi, le inchieste giudiziarie sulle stragi di piazza Fontana e di piazza della Loggia non hanno portato all’incriminazione dell’Aginter Presse, non
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forzaitaliatoscana · 3 months ago
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Nitti: Il caso Esposito, Giustizia e integrità politica
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Il Responsabile Comunicazione di Forza Italia Arezzo Edoardo Fabbri Nitti: "Il caso Esposito: un'analisi critica della giustizia italiana"  Oggi vorrei discutere di un caso che ha fatto discutere non solo la nostra comunità azzurra ma l'intero tessuto politico-sociale italiano. Parlo del proscioglimento dopo ben sette anni di accuse pesanti per l'ex senatore del Pd Stefano Esposito. Questo episodio non è solo una vicenda personale di un politico, ma rispecchia un problema più ampio che merita la nostra attenzione critica. Il fatto che si tratti di un'avversario politico non deve minimamente influenzare il nostro metro di giudizio, soprattutto in un momento storico in cui il doppiopesismo sembra essere diventato un costante. L'ex senatore Esposito, dopo aver affrontato un "calvario giudiziario" durato sette anni, è stato finalmente prosciolto dalle accuse di corruzione, turbativa d'asta e traffico di influenze. Il caso, aperto dalla Procura di Torino, ha visto intercettazioni telefoniche illegittime, successivamente dichiarate inutilizzabili dalla Corte Costituzionale, sollevando seri interrogativi sulla conduzione delle indagini e sul rispetto delle garanzie costituzionali. Esposito ha vissuto quello che lui stesso ha definito un periodo di "sofferenze", combattendo contro accuse costruite su basi che i magistrati romani hanno definito "irragionevoli" e basate su mere "congetture". La richiesta di archiviazione da parte del Gip di Roma è stata un sollievo, ma non cancella il tempo perso e le difficoltà affrontate. È importante sottolineare qui che, mentre critichiamo la gestione di questo specifico caso, la maggior parte dei giudici italiani svolge il proprio lavoro con onestà e correttezza, come evidenziato da numerosi esempi di integrità nel nostro sistema giudiziario. Tuttavia, quando si verificano errori giudiziari di questa portata, è nostro dovere come rappresentanti politici, e come cittadini, riflettere sulle falle del sistema. La domanda che Esposito pone è legittima: "Chi sbaglia deve pagare?". Questo non è solo un appello alla giustizia per lui, ma un richiamo alla necessità di riforme che garantiscano un'equa responsabilità per chi opera nel sistema giudiziario. Come ha notato l'ex senatore, la solidarietà politica, in particolare dai suoi compagni del Partito Democratico, è venuta a mancare, lasciandolo in una quasi totale solitudine. Questo ci porta a riflettere sul ruolo della politica e sul supporto che dovrebbe offrire ai suoi membri in momenti critici. La politica, al di là delle divisioni partigiane, dovrebbe essere un bastione di supporto e trasparenza, non un luogo dove si abbandona chi viene ingiustamente accusato. Chiudiamo con una citazione di Winston Churchill: "La giustizia è verità in azione". In questo contesto, la verità ha finalmente prevalso per Esposito, ma il percorso verso una giustizia efficiente e giusta per tutti è ancora lungo. È nostro compito non solo come Forza Italia ma come società civile, lavorare per una riforma che garantisca che la giustizia non sia più un calvario, ma un diritto accessibile e rispettoso delle leggi che tutti noi abbiamo giurato di difendere. Edoardo Fabbri Nitti Forza Italia - Coordinamento Regione Toscana Follow @FI_ToscanaTweet to @FI_Toscana
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montagne-paesi-news · 6 days ago
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